Diario stanco di un uomo desideroso di Paxlovid

  1. Accendere dei ceri in chiesa per far sì che il COVID non mi venisse di sabato oppure di domenica, perché avrei dovuto ricorrere alla guardia medica che non mi conosce.
  2. Informarmi su quali farmacie in zona effettuano i test certificati, e tra queste, separare quelle che li fanno al mattino e quelle che li fanno al pomeriggio, perché non conoscevo ancora l’orario al quale mi sarei ammalato.
  3. Chiedere al centro di distribuzione dei farmaci ospedalieri, che ho imparato a essere a Ospedaletto, se erano forniti di Paxlovid, perché ovviamente le farmacie non ne hanno più pronti.
  4. Chiedere al mio medico se prevedeva di andare in vacanza nei prossimi giorni e, in questo caso, pregarlo di lasciare un messaggio al sostituto.
  5. Ai primi sintomi, che per me sono stati mal di gola durante la notte, prepararmi psicologicamente a correre fino alla farmacia comunale per farmi fare il test certificato.
  6. Lottare contro l’infermiera che, a quanto pare, non ne aveva mai fatto uno prima e non sapeva inserire i dati nel sistema sanitario.
  7. Ritornare di corsa in auto prima che mi venisse la febbre dal mio medico, che mi diceva che la ricetta per il Paxlovid deve essere fatta di carta e quindi dovevo ritirarla di persona.
  8. Fare il giro di telefonate in un paio di farmacie per capire quale avrebbe potuto farmela avere prima.

Questa è la breve storia stressante, conclusasi a lieto fine, di un uomo che dalle parti di Cenaia sapeva di essere stato a contatto col virus del COVID. Aggiornato a Maggio 2025

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