Allergie alimentari nel cane: cosa si sa davvero sugli allergeni più comuni

L’allergia alimentare nel cane è un tema sempre più discusso, ma spesso con informazioni frammentarie. Nella pratica clinica capita di sospettare una “reazione al cibo” senza arrivare a identificare il singolo ingrediente responsabile. Quando però la diagnosi viene confermata con protocolli rigorosi (dieta di eliminazione seguita da reintroduzione dell’alimento sospetto), esistono dati abbastanza solidi su quali siano gli allergeni più frequentemente coinvolti.

Questo testo riassume la letteratura scientifica più citata sull’argomento, proponendo:

•	una panoramica sulla frequenza reale delle reazioni avverse al cibo;
•	una “classifica” degli allergeni alimentari più comuni nei cani con allergia alimentare dimostrata;
•	un focus specifico sugli allergeni vegetali;
•	un cenno alla predisposizione del Bulldog Inglese.

Quanto è frequente l’allergia alimentare nel cane?

La maggior parte dei dati deriva da studi su cutaneous adverse food reactions (CAFR), cioè reazioni avverse al cibo che si manifestano soprattutto con sintomi cutanei (prurito, otiti, lesioni).

Una revisione sistematica ha stimato che:

•	circa 1% dei cani visitati in clinica presenta una CAFR confermata;
•	tra i cani con patologie cutanee, la percentuale di CAFR sale a una mediana di circa 6%;
•	tra i cani con prurito o malattia allergica cutanea, la prevalenza varia in modo ampio, arrivando fino al 30–60% in alcuni sottogruppi.  

In altre parole: nella popolazione generale l’allergia alimentare non è frequentissima, ma diventa una causa importante all’interno del gruppo dei cani allergici o pruriginosi.

Classifica generale degli allergeni alimentari più comuni

Il riferimento più citato è una revisione critica di Mueller e collaboratori (2016), che ha raccolto 297 cani con CAFR in cui l’allergene è stato identificato tramite dieta di eliminazione e successivo “re-challenge” controllato.

Dai dati aggregati emerge la seguente distribuzione (percentuali riferite ai soli cani con allergia alimentare confermata):

1.	Manzo (bovino)

– circa 34% dei cani allergici.

2.	Latticini (latte, derivati)

– circa 17%.

3.	Pollo

– circa 15%.

4.	Grano / frumento

– circa 13%.

5.	Agnello

– circa 5%.

Altri ingredienti riportati, con frequenze inferiori ma ben documentate:

•	Soia (~6%),
•	Mais (~4%),
•	Uovo (~4%),
•	Maiale (~2%),
•	Pesce (~2%),
•	Riso (~2%).  

Riassumendo, gli allergeni più frequentemente riconosciuti nei cani con allergia alimentare confermata sono:

Ranking complessivo (animali + vegetali)

1.	Manzo
2.	Latticini
3.	Pollo
4.	Grano / frumento
5.	Agnello
6.	Soia
7.	Mais
8.	Uovo
9.	Maiale
10.	Pesce
11.	Riso e altri cereali minori

Un punto chiave sottolineato da diverse review è che gli allergeni più comuni tendono a coincidere con gli ingredienti più frequentemente utilizzati nelle diete commerciali: è la maggiore esposizione nel tempo che rende più probabile lo sviluppo di sensibilizzazione.

Focus sugli allergeni vegetali: un ranking dedicato

Molti proprietari si chiedono quali siano gli allergeni vegetali più problematici. Limitando l’attenzione alle fonti di origine vegetale, la stessa letteratura permette di proporre una classifica specifica.

Dai dati di Mueller et al. (2016) e da revisioni più recenti sulle diete grain-free e sul ruolo degli ingredienti vegetali nelle allergie alimentari canine, emergono in particolare:

•	Grano / frumento: l’unico ingrediente vegetale che rientra nel “top 4” assoluto, con circa il 13% dei casi di CAFR;
•	Soia: circa il 6% dei casi;
•	Mais: intorno al 3–4% nei cani allergici;
•	Riso: riportato, ma decisamente meno frequente di grano, soia e mais (~2%);
•	Orzo e altri cereali: menzionati in casi singoli o piccole serie, con prevalenza molto bassa.

Sulla base di questi dati, si può costruire un ranking “vegetale”:

Ranking degli allergeni vegetali più comuni nei cani con allergia alimentare confermata

1.	Grano / frumento (~13%)
2.	Soia (~6%)
3.	Mais (~3–4%)
4.	Riso (~2%, meno comune degli altri cereali principali)
5.	Orzo e altri cereali (es. orzo perlato, avena ecc.) – rari, frequenza non quantificata con precisione

È importante sottolineare che queste percentuali:

•	non descrivono l’intera popolazione canina,
•	ma solo il gruppo di cani già selezionati perché affetti da allergia alimentare.

Inoltre, le fonti vegetali non sono “intrinsecamente” più o meno allergeniche delle fonti animali: nella pratica clinica gli ingredienti più a rischio sono semplicemente quelli usati più spesso nella dieta del cane.

Idrolizzati: quando la proteina “nota” diventa (in parte) diversa

Le diete a base di proteine idrolizzate (animali o vegetali) sono progettate per ridurre il rischio di reazione allergica, frammentando le proteine in peptidi di dimensioni inferiori. La letteratura mostra che:

•	le diete idrolizzate sono spesso ben tollerate anche da cani allergici,
•	ma esistono comunque casi sporadici di reazione anche a proteine idrolizzate, a seconda del grado di idrolisi e del singolo soggetto.  

Per questo motivo la scelta di una dieta idrolizzata e l’eventuale introduzione di altri alimenti “extra” andrebbero sempre inserite in un protocollo di dieta di eliminazione controllata, supervisionato da un veterinario (idealmente dermatologo).

Bulldog Inglese e allergie alimentari

Il Bulldog Inglese è una delle razze più spesso associate a problemi dermatologici: dermatiti delle pliche cutanee, otiti, infezioni superficiali e malattie allergiche (in particolare dermatite atopica). Studi su popolazioni di Bulldog mostrano una chiara predisposizione alle patologie cutanee e alle allergie rispetto alla media dei cani. 

Tuttavia, per quanto riguarda specificamente l’allergia alimentare:

•	non esistono, allo stato attuale, grandi studi che riportino una classifica degli allergeni alimentari esclusivamente per il Bulldog Inglese, con percentuali dedicate;
•	le fonti disponibili indicano che i Bulldog con allergia alimentare tendono a reagire agli stessi gruppi di ingredienti più comuni negli altri cani: manzo, pollo, latticini, grano, e in misura minore altre proteine animali e vegetali.  

La peculiarità della razza non sta tanto in un allergene “diverso”, quanto nella maggiore probabilità di sviluppare malattia allergica (cutanea e, in una quota dei casi, anche alimentare).

Diagnosi: perché la “classifica” da sola non basta

Per individuare il vero responsabile in un singolo cane, la letteratura è molto chiara:

•	i test sierologici o salivari, da soli, non sono considerati affidabili per identificare con certezza gli allergeni alimentari;
•	il gold standard rimane la dieta di eliminazione con alimento altamente selezionato (novel protein o idrolizzato) per 6–8 settimane, seguita da reintroduzione mirata dell’ingrediente sospetto per confermare il nesso causale.  

Le classifiche derivate dagli studi servono soprattutto a:

•	capire quali ingredienti sono statisticamente più sospetti,
•	impostare in modo razionale l’ordine con cui eventualmente si testano o si evitano specifici alimenti,

ma non sostituiscono in alcun modo la procedura diagnostica individuale.

Conclusioni

•	L’allergia alimentare è relativamente rara nella popolazione canina generale, ma diventa rilevante tra i cani con prurito e malattie cutanee allergiche.
•	I principali allergeni alimentari identificati in modo scientificamente rigoroso sono: manzo, latticini, pollo, grano e, a seguire, agnello, soia, mais, uovo, maiale, pesce, riso.
•	Tra gli ingredienti vegetali, il grano/frumento è nettamente il più rappresentato nei cani allergici, seguito da soia, mais, riso e altri cereali con frequenza minore.
•	Il Bulldog Inglese è una razza chiaramente predisposta a problemi allergici cutanei; tuttavia, gli allergeni alimentari coinvolti sembrano essere gli stessi che colpiscono più spesso la popolazione canina generale.
•	Nonostante l’utilità delle percentuali aggregate, la diagnosi affidabile passa sempre attraverso una dieta di eliminazione ben condotta e la valutazione diretta del singolo paziente da parte del veterinario.

Fonti

Riferimenti principali: titoli e URL

1 Olivry T, Mueller RS.

“Critically appraised topic on adverse food reactions of companion animals (3): prevalence of cutaneous adverse food reactions in dogs and cats.” BMC Veterinary Research, 2017.

URL: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28202060/

2 Mueller RS, Unterer S.

“Adverse food reactions: pathogenesis, clinical signs, diagnosis and alternatives to elimination diets.” The Veterinary Journal, 2018.

URL: https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1090023318301321

3 Olivry T, Bizikova P.

“A systematic review of the evidence of reduced allergenicity and clinical benefit of food hydrolysates in dogs with cutaneous adverse food reactions.” Veterinary Dermatology, 2010.

URL: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19552700/

4 Masuda K et al.

“Hydrolyzed diets may stimulate food-reactive lymphocytes in dogs.” Journal of Veterinary Medical Science, 2020.

URL: https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC7041975/

5 Lewis TP II et al.

“Evaluation of hydrolyzed salmon and hydrolyzed poultry feather diets in restrictive diet trials for diagnosis of food allergies in pruritic dogs.” Frontiers in Veterinary Science, 2025.

URL: https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fvets.2025.1560806/full

6 Olivry T, Mueller RS.

“Critically appraised topic on adverse food reactions of companion animals (6): prevalence of noncutaneous manifestations of adverse food reactions in dogs and cats.” BMC Veterinary Research, 2018.

URL: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6233561/

7 Maina E et al.

“An overview of adverse food reactions in dogs.” Royal Canin Vet Academy, 2024 (scheda PDF).

URL: https://vetacademy.royalcanin.es/wp-content/uploads/2024/06/An-overview-of-adverse-food-reactions-in-dogs.pdf

8 Seppänen RTK et al.

“Skin and ear health in a group of English bulldogs in Finland – a descriptive study with special reference to owner perceptions.” Veterinary Dermatology, 2019.

URL: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31037780/

9 Royal Veterinary College (VetCompass).

“Disorders of bulldogs.” Project summary page.

URL: https://www.rvc.ac.uk/research/focus/brachycephaly/latest-research/projects/disorders-of-bulldogs

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